iscrizioneTorreSanFilippo

Il secolo XVII non fu per Oristano solo l'epoca delle scorrerie barbaresche e delle pestilenze, ma anche l'età di un rinnovo edilizio sia nell'architettura privata, sia in quella ecclesiastica. Al restauro della Chiesa di S. Vincenzo, incorporata nell'odierno Palazzo Comunale, nella Piazza Eleonora, si riferisce l'iscrizione del cittadino oristanese Michele Pira.

Il testo su undici linee è inciso su una grande lastra rettangolare di marmo, entro una tabella tipica del Seicento, come nell'epitaffio di Francesco Castelvì della Pinacoteca Nazionale di Cagliari:

D(eo) O(ptimo) M(aximo)./Illustre Capitulum Arboren quotannis perpetuis fucturistemporibus pro solemnitate S.Vincentii Martyris tenetur/ primas vesperas in vigilia et Missam in die festo {pro}/processionaliter solemniteq(ue) cum ipsius reliquia in hoc/templo celebrare, egregio Micaele Pira Auristani Cive/huius item templi pene collapsi instauratore elemùosinamq(ue)/ centum numos aureos, Divino Praeumate [leggi Pneumate] flante, elargitore./Extat paradigma in deplomatibus civitatis per Augustinum/Correli pub(licum) notarium.Exaratum anno MDCLVI Aurist(anei) XI kal(endas)/ Ianuarias.

L'iscrizione ricorda che il Capitolo Arborense era tenuto, in perpetuo, ogni anno, in occasione della solennità di San Vincenzo Martire, a celebrare i vespri della vigilia e la Messa con la processione solenne delle reliquie del santo.

Il cittadino oristanese Michele Pira (che fra l'altro fu il fondatore delle prime scuole pubbliche della città) erogò una elemosina di cento soldi aurei dopo aver curato il restauro della chiesa di S. Vincenzo quasi distrutta. I benefici di Michele Pira furono registrati a cura del notaro Agostino Correli negli atti dell'Archivio cittadino e fu incisa l'iscrizione commemorativa il 22 dicembre 1656.

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