Efisio Pischedda fu il motore autentico dietro la nascita dell’Antiquarium Arborense: un collezionista illuminato, capace di trasformare l’amore per la propria terra in un patrimonio collettivo, fondamento della missione del museo come luogo di dialogo tra comunità e memoria. Era nato a Seneghe (OR), nato in una famiglia agiata di Seneghe, Efisio Pischedda si laureò in Giurisprudenza all’Università di Cagliari nel 1876. Coltivò fin da giovane una profonda passione per l’archeologia e le antichità locali. Fu avvocato, antiquario, archeologo dilettante e fondatore della grande collezione che diede vita al museo di Oristano.
La sua passione per le antichità lo portò a stabilire contatti con figure di rilievo come Giovanni Spano e il professor Friedrich von Duhn, che nel 1893 lo raggiunse proprio ad Oristano, per studiare la sua raccolta.
Negli ultimi decenni del XIX secolo, Pischedda avviò sistematiche ricerche nella necropoli di Tharros (sia nell’area meridionale sia in quella settentrionale a San Giovanni di Sinis), recuperando importanti corredi funerari completi di età fenicia e punica. Anche grazie a questi scavi, la sua collezione si arricchì di vasi, ceramiche greche ed etrusche, armi, oreficerie, gioielli in argento e oro, scarabei.
A queste aggiunse raccolte preistoriche, bronzetti nuragici, vetri romani, ceramiche altomedievali e altro ancora, arrivando a collezionare oltre 6 400 reperti – la più vasta raccolta privata di antichità dell’epoca in Sardegna. La collezione Pischedda ebbe notorietà internazionale: oltre a Friedrich von Duhn, la visitarono studiosi come Émile Cartailhac e Thomas Ashby con i quali aprì un dialogo ed interscambio culturale di grandissimo prestigio. Dopo la sua morte, nel 1930, la raccolta fu acquisita dal Comune di Oristano nel 1938, grazie all’intervento di Doro Levi, divenendo il nucleo fondativo dell’Antiquarium Arborense.
Oggi quella straordinaria raccolta – costituita da oggetti fenici, punici, romani, nuragici, prenuragici – rimane il cuore pulsante del museo, valorizzata tramite nuovi allestimenti multimediali e didattici pensati per raccontare sia la storia dell’antiquario, sia il forte legame tra Oristano e le comunità dell’Arborense.